A spasso per Imola
giugno 2017
Argomenti
Nelle prime settimane di giugno hanno lavorato presso la Biblioteca comunale di Imola diversi alunni delle scuole secondarie imolesi nell'ambito dei progetti di alternanza scuola-lavoro. Fra le attività svolte vi è stata l'implementazione dell'archivio digitale della Biblioteca mediante la scansione delle cartoline e fotografie del Fondo Giacometti-Soldani.
Tale fondo è giunto in Biblioteca alla fine degli anni Ottanta ed è costituito da diversi album che contengono principalmente cartoline e fotografie di Imola e dintorni databili fra la fine dell'Ottocento e gli anni Settanta del Novecento. Un ricco patrimonio iconografico utile a ricostruire il volto della città negli ultimi cento anni della sua storia.
Al termine del lavoro è stata fatta una scelta esemplificativa del materiale lavorato ed è stato realizzato queste breve percorso turistico alla scoperta di luoghi e monumenti della città. Nelle didascalie sono state inserite alcune note storiche dei luoghi selezionati.
Percorso a cura di Matteo Floridi, 3C Liceo scientifico "R. Valeriani" - Imola.
Imola - Ospedale Civile. cartolina postale, 2° quarto del XX sec. Bim, Fondi iconografici, Fondo Giacometti-Soldani.
La costruzione dell’edificio che si può osservare in questa cartolina, oggi comunemente chiamato Ospedale Vecchio, risale al lontano 1782, anno in cui il cardinale Bandi ottenne da Papa Pio VI il permesso per costruirlo.
I lavori si protrassero per un ventennio e solo nel 1800 la costruzione fu ultimata. Un fatto curioso su ciò che noi adesso chiamiamo ospedale vecchio è che nel 1800 esso era l’ospedale nuovo ed è stato considerato come tale fino alla fine del ‘900, negli anni in cui venne costruito il grande ospedale, quello che noi oggi definiamo Ospedale Nuovo, fuori dal centro storico della città.
Imola- Rocca Sforzesca. Cartolina postale, 2° quarto del XX sec. Bim, Fondi iconografici, Fondo Giacometti-Soldani.
Fin dal 1261, anno al quale risalgono le origini di questa struttura, la Rocca Sforzesca di Imola è uno dei gioielli di questa città.
Durante i suoi secoli di vita essa ha subito perdite e modificazioni: ad esempio, delle 10 torri quadrangolari sulle quali si impostava il perimetro, ne è rimasta soltanto una, il mastio. Molte ristrutturazioni sono avvenute tra il XX e il XXI secolo. Ad esempio, come è possibile osservare in questa fotografia, la Rocca era mancante della cupola su uno dei quattro torrioni angolari e la porta del ponte levatoio, subito a destra di questa prima torre in evidenza, era stata chiusa, cementificata. Inoltre, in questi anni vennero anche ristrutturati il parco esterno, il fossato e il mastio.
Imola - La Cattedrale di San Cassiano (sec. XV-XVIII), cartolina postale, 3° quarto del XX sec. Bim, Fondi iconografici, Fondo Giacometti-Soldani.
Dedicata a Cassiano da Imola, la cattedrale fu costruita tra l’ XI e il XII secolo e venne consacrata il 24 ottobre 1271.
Il 17 dicembre 1981 le è stata conferita la dignità di Basilica Minore e al suo interno protegge le spoglie di San Cassiano e San Pier Crisologo. Una particolarità che la contraddistingue è il fatto che, tralasciando le restaurazioni dell’ ‘800, essa è rimasta pressoché identica a quando è stata costruita e si può dire che essa abbia quasi un millennio di vita, di storia.
Imola - Scuole Elementari G. Carducci. cartolina postale, 2° quarto del XX sec. Bim, Fondi iconografici, Fondo Giacometti-Soldani.
La storia dell’edificio mostrato in cartolina, che oggi noi conosciamo con il nome di Scuole Elementari G. Carducci, comincia nel lontano XIV secolo.
In quegli anni infatti, l’edificio nacque come convento delle domenicane di clausura e solamente nel ‘700 assunse la forma quadrata circondata da mura grazie ai lavori architettonici di Carlo Francesco Dotti. Successivamente, con la discesa in Italia di Napoleone, le suore vennero fatte allontanare e il convento fu trasformato in una caserma. Solamente dopo l’unità d’Italia, la funzione dell’ edificio divenne prettamente educativa e vennero istituite le scuole elementari G. Carducci.
Imola - Bastioni di Porta Appia. cartolina postale, 3° quarto del XX sec. Bim, Fondi iconografici, Fondo Giacometti-Soldani.
Porta Appia, una delle antiche porte che permettevano l’entrata nella città attraverso le mura difensive esterne.
Attualmente, delle mura si sono conservati pochi resti: la rocca, porta montanara e porta Appia. Prima che le mura fossero abbattute e che quindi la città si espandesse, al di fuori delle cinta non vi era assolutamente nulla, se non campi, qualche fattoria o allevamento.
Tutta la città era chiusa all’interno del muro e di notte tutte le porte venivano chiuse, sigillate, bloccate cosicchè nessuno potesse entrare o uscire.
Imola - Piazza Vittorio Emanuele e Palazzo Sersanti. cartolina postale, 2° quarto del XX sec. Bim, Fondi iconografici, Fondo Giacometti-Soldani.
Oggi conosciuta da tutti con il nome di Piazza Matteotti, Piazza Vittorio Emanuele era ed è il centro commerciale di Imola che ospita il mercato in alcuni giorni della settimana.
Questa “funzione” è stata attribuita alla piazza da Girolamo Riario che prese possesso della città nel 1474. Girolamo fece ristrutturare la piazza e il palazzo Sersanti che rimane tutt’ora uno dei più bei palazzi rinascimentali. Tra il XX e il XXI secolo ci furono alcuni cambiamenti: la piazza smise di fungere da parcheggio e l’obelisco situato al centro di essa venne rimosso e infine venne cambiato anche il nome della piazza stessa.
Imola - Porta Romana. cartolina postale, 3° quarto del XX sec. Bim, Fondi iconografici, Fondo Giacometti-Soldani.
Come la porta Appia, la porta Romana era uno degli ingressi per accedere a Imola attraverso le mura. Essa è situata sulla via per raggiungere il ponte sul Santerno. La fisionomia dell’area attorno alla porta è molto cambiata in soli 50 anni. Ad esempio, la stazione di rifornimento sulla sinistra adesso non c’è piu e sulla destra è stata costruita una piadine ria , la Greppia.
Una delle poche cose rimaste è il campanile sulla strada che porta fin sotto l’orologio in centro a Imola.
Imola - Viale Dante e Monumento al Partigiano. cartolina postale, 2° quarto del XX sec. Bim, Fondi iconografici, Fondo Giacometti-Soldani.
Il viale dante è una delle principali vie di Imola fuori dal centro storico ma ancora all’interno del centro urbanistico.
Una delle particolarità che rendono speciale questa via è la rotonda alla fine di essa, anzi, più che la rotonda in sé, ciò che la rotonda ospita, ovvero il Monumento Al Partigiano. Realizzato per tutti i partigiani che hanno combattuto contro fascismo e nazismo, il Monumento Al Partigiano è poi stato successivamente re inaugurato il 25 Aprile 2015
Nella cartolina, mettendo da parte il monumento, si scopre una visuale di Imola che adesso non esiste più, una visuale in cui alla fine i Viale Dante non c’era quasi nulla e il verde era disseminato in grande quantità per tutta la città.
Imola - Parco delle Acque Minerali. cartolina postale, 2° quarto del XX sec. Bim, Fondi iconografici, Fondo Giacometti-Soldani.
Il parco delle acque minerali, comprendente una vasta area al di là del fiume Santerno attorno al monte Castellaccio, deve il nome alla sua particolare ricchezza di sorgenti minerali. Ne vennero scoperte ben 4, due di zolfo e due di ferro. Esse rimasero utilizzabili fino al 1988, anno 9in cui vennero chiuse a causa di un eccesso di acido solfidrico. Il parco, aperto agli inizi del XX secolo doveva avere una funzione di svago per rendere più rilassanti i pomeriggi delle persone, magari facendole sedere all’ombra di un grande albero secolare. Il tempo però cambiò in maniera radicale le aspettative per il parco, del quale, una parte venne allestita come una discoteca, proprio la parte mostrata nella cartolina, la discoteca prese di conseguenza il nome di: Acque Minerali.
Imola - Autodromo. cartolina postale, 2° quarto del XX sec. Bim, Fondi iconografici, Fondo Giacometti-Soldani.
L’autodromo, forse uno dei poli sportivi imolesi che più di tutti ha chiamato persone anche da fuori Imola per vedere piloti di moto e auto da corsa disputare gare a velocità sbalorditive, da perforare i timpani.
Ma, quali sono le origini di questo enorme circuito??
La storia dell’autodromo comincia nell’imminente dopoguerra, intorno alla metà degli anni ’50, ma si trattava di un circuito troppo breve (3600m) per ospitare dei campionati mondali, la lunghezza minima era 5000m. Durante gli anni sono state apportate varie modifiche all’intero rettilineo e da lì presero il via le gare internazionali, fino a quando, a ridosso degli anni ’90 e 2000, alcuni incidenti disastrosi hanno portato all’esclusione del circuito di Imola dalle competizioni mondiali. Questa foto risale ai primi anni di vita dell’autodromo , infatti il circuito non disponeva ancora del muro di contenimento esterno, di una strada perfettamente asfaltata o delle tribune.
Tutte queste modifiche saranno state aggiunte soltanto dopo qualche decennio.