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La Biblioteca comunale di Imola è presente, insieme ai Musei civici, nell’elenco dei numerosi enti prestatori italiani della grande mostra personale Lavinia Fontana: Trailblazer, Rule Breaker, a cura di Aoife Brady, che la National Gallery of Ireland di Dublino dedicherà alla celebre artista dal 6 maggio al 27 agosto 2023.

Due sono i documenti, facenti parte del fondo dei manoscritti imolesi, che saranno esposti in mostra, particolarmente significativi per la studio della pittrice e del clima culturale dell’epoca: il contratto di matrimonio fra Lavinia Fontana e Gian Paolo Zappi e un fascicolo di ricordi famigliari dello stesso Zappi, con riportati i nomi dei figli.

Lavinia Fontana era figlia d’arte e suo padre, il pittore bolognese Prospero Fontana, ebbe un ruolo decisivo nella formazione e nella vita di Lavinia, considerata una delle prime artiste donne ad emergere e a raggiungere il successo professionale al di fuori dei confini di una corte o di un convento, assumendo al contempo il ruolo di moglie e madre.

Nel “contratto matrimoniale” fra Gian Paolo Zappi, anch’egli pittore, e Lavinia Fontana, sottoscritto il 13 febbraio 1577, il padre Prospero dota la figlia di una casa, del reddito annuo di 105 scudi, garantendole allo stesso tempo un corredo adeguato alla condizione sociale. Gian Paolo si impegna ad andare a vivere con i Fontana, nella casa di Prospero, fino alla sua morte. Inoltre il contratto stabilisce che è dovere del marito occuparsi della gestione degli introiti che la moglie otterrebbe come “pittora”. In questo modo Prospero si assicura che la figlia possa continuare a praticare la sua arte anche da sposata, certamente un aspetto non comune nella cultura di quegli anni e segno di grande stima nei confronti delle capacità artistiche della figlia.

Il secondo documento invece è un “estratto” dai ricordi della famiglia Zappi nel quale sono riportati le date di nascita e di battesimo di tutti i figli di Lavinia Fontana e Gian Paolo Zappi, ben 11 figli, di cui 8 premorirono a Lavinia. Nonostante le undici gravidanze portate a termine (come testimonia il documento imolese) la pittrice riuscì comunque a mantenere una produzione artistica molto alta sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, dimostrandosi un’artista instancabile e tenace.

Si deve a Romeo Galli, studioso, ricercatore e bibliotecario direttore della Biblioteca comunale di Imola, il merito di avere studiato e poi publicato nel 1940 questi e altri importanti documenti di carattere familiare che si riferiscono alla pittrice, donandoli in seguito alla Biblioteca.

Ultimo aggiornamento

20-05-2023 09:05