Le piazze e il mercato
Sul fianco del Palazzo comunale, e realizzata negli stessi anni, si apre piazza Maggiore o platea maior (piazza Matteotti) che rappresenta lo spazio pubblico e laico della città. Sulla piazza si affacciano gli uffici comunali della pesa e delle gabelle, l’ospedale, un albergo e numerose botteghe e vi si tiene il mercato del grano, per il quale si usano misure bollate dal comune a garanzia di equità (una testimonianza di unità di misura medievale, relativa a coppi e mattoni, è ancora scolpita alla base di uno dei pilastri del voltone del palazzo).
La piazza confina a sud con il campo e il cimitero della pieve cittadina di S. Lorenzo, primitiva sede delle magistrature comunali, e a nord con la strada maggiore, la via Emilia, che la collega alla platea parva del Comune (piazza Caduti per la libertà), detta anche Campo S. Paolo (dalla chiesa dei SS. Donato e Paolo oggi scomparsa), antico forum romano e sede del mercato quotidiano di generi alimentari.
Piazza Maggiore, Campo S. Paolo e il tratto di via Emilia che li unisce formano un’unica area a forte vocazione commerciale, i cui confini sono codificati negli statuti del 1334. Nelle piazze vigono apposite leggi che ne garantiscono controllo e sicurezza, come le regole per la tenuta dei banchi al mercato e per i venditori, le pene quadruplicate per i reati, la pulizia periodica ogni 15 giorni a spese del comune.
"Instrumentum renovationis pacti", 27 luglio 1282. Bim, ASCI, Pergamene, mazzo III, n. 144.
L’abate della chiesa e del monastero di S. Paolo rinnova al comune di Imola l’enfiteusi, ossia l’affitto, per 69 anni della piazza di S. Paolo (attuale piazza Caduti per la libertà), sede del mercato dei generi alimentari, che nell’atto è definita "campus Comunis". L’atto è rogato nel palazzo "vecchio" del comune, "palatio veteris", la prima sede comunale posta all’incrocio fra le attuali vie Emilia e Mazzini.
L'abate Antonio Ferri che all'inizio del Settecento ha ordinato la documentazione medievale ha scritto sulla pergamena "5 luglio", ma la datazione del documento è secondo la consuetudo bononiensis. La data corretta è 27 luglio.
(citazione: "palatio veteris" è scritto nella quinta riga del documento, dal basso)
"De tricolis vendentibus herbas alias res in platea sive campo S. Pauli". Bim, ASCI, Statuti, libro III, rub. 118.
Il mercato dei generi alimentari si svolge in piazza campo S. Paolo, l’antico foro romano (attuale piazza Caduti per la libertà), dove i fruttivendoli, chiamati "tricoli", vendono frutta, verdura, ma anche formaggi, pollame e altri volatili.
Trascrizione:
"De tricolis vendentibus herbas alias res in platea sive campo S. Pauli. Statuimus quod tricole se utricoli vendentes herbas vel alias res in paltea sive campo S. pauli, quod est comunis Imole, non possint vel debeant inquietari vel molestari per aliquos officiales vel gabellarios […] Et non possint aliqui tricoli vel tricole vendentes herbas, alibi vendere quam in platea, loco sive campo predictis et supradictis, pena contrafacientibus viginti sol. bon. Pro quolibet et pro qualibet vice qua contrafecerint; salvo quod supradicti tricoli et tricole possint vendere herbas predictas in ortis eorum".
Traduzione:
"Sui fruttivendoli che vendono erbe e altre cose in piazza o campo S. Paolo.
Stabiliamo che le fruttivendole e i fruttivendoli che vendono erbe e altro in piazza o campo San Paolo del comune di Imola non possano o debbano essere disturbati o infastiditi da diversi ufficiali o gabellieri […] e non possono i fruttivendoli o fruttivendole che vendono erbe, vendere altrove che in piazza, luogo o campo predetti e sopra detti, sotto la pena per i contravventori di venti soldi di bolognini per ognuno e per ogni volta che avranno contravvenuto; salvo che sopradetti fruttivendoli e fruttivendole possano vendere le predette erbe nei loro orti".
Confini delle piazze del comune di Imola stabiliti dagli statuti. Bim, ASCI, Statuti, libro III, rub. 11 .
Gli statuti del 1334 stabiliscono i confini delle piazze di Imola, corrispondenti alle attuali piazza Matteotti e piazza Caduti per la libertà.
Trascrizione dalla quarta riga:
"… intelligendo plateas a cantone domorum illorum de Pizolis usque ad cantonem piscarie recte per Stratam Maiorem eundo, et capiendo totam plateam comunis Imole et campum S. Pauli".
Traduzione:
"… per piazze si intende dall’angolo della casa della famiglia Pizoli fino all’angolo della pescheria procedendo dritto per strada Maggiore e comprendendo tutta la piazza del comune di Imola e il campo S. Paolo".
La casa della famiglia Pizoli era ubicata all’angolo tra la via Emilia e la piazza Maggiore, in corrispondenza dell’edificio che diventerà palazzo Sersanti. La pescheria era posta all’angolo tra la via Emilia e il campo S. Paolo (oggi piazza Caduti per la libertà). La piazza quindi non comprende solo gli spazi aperti ma anche i portici e il tratto della via Emilia. Costituisce lo spazio pubblico per eccellenza a vocazione fortemente commerciale e mercantile, ma è anche un’area in cui le norme di sicurezza pubblica sono più rigorose. Infatti i reati commessi entro i suoi confini sono puniti con pene quadruplicate rispetto agli stessi commessi in altri luoghi. Gli Statuti stabiliscono inoltre per le piazze precise norme di igiene e decoro.
Misure ufficiali di coppi e mattoni
Alla base di uno dei pilastri che sostengono il voltone del palazzo comunale sulla via Emilia sono ancora scolpite le sagome delle misure ufficiali di coppi e mattoni in uso nella città di Imola in epoca medievale. L’uso di mettere a disposizione strumenti ufficiali di misura durante il mercato serve a garantire la correttezza delle transazioni commerciali: l’acquirente può così verificare che il venditore gli venda prodotti secondo le misure regolari e non di dimensioni ridotte per aumentare il proprio guadagno in modo fraudolento. Ciascuna città nel Medioevo era dotata delle proprie unità di misura di peso, lunghezza, superficie e capacità di liquidi. Modalità di misura differenti che restarono in uso per lungo tempo sino all’Unità nazionale nel 1861.