Le prime testimonianze a stampa del culto e della venerazione della Beata Vergine del Piratello risalgono al XVII secolo, in concomitanza con un aumento dell’attività delle stamperie a Forlì e a Bologna. Spesso questi laboratori si occupavano dell’edizione di testi devozionali di veloce e facile consultazione, ricchi di spunti di riflessione e di preghiera, solo occasionalmente dotati di corredo iconografico.

Accanto a questa produzione destinata alla devozione quotidiana si profila, a partire dal Settecento, una produzione editoriale legata ad avvenimenti occasionali e irripetibili di tripudio alla Madonna, come l’incoronazione avvenuta nel 1714 e il centenario dell’incoronazione festeggiato nel 1814. Contestualmente prende avvio la consuetudine della pubblicazione delle cronache dei festeggiamenti per l’arrivo dell’immagine della Madonna del Piratello, che già dall’inizio del Seicento viene portata in processione in Imola.

Nel Settecento ritroviamo una più larga diffusione di testimonianze iconografiche legate a questo culto: artisti locali, talvolta religiosi, incidono, in genere all’acquaforte, l’immagine mariana, ed essa viene utilizzata non solo come illustrazione dei testi, ma anche per la devozione privata. Due sono i modelli iconografici di riferimento che si consolidano:la Madonnacol Bambino incoronata dagli angeli e il pellegrino Stefano Mangelli inginocchiato davanti al pilastrino dellaVergine alla presenza degli angeli.

Inizialmente destinate a una ristretta élite per i costi non sempre accessibili, le immagini mariane nel corso dell’Ottocento hanno larga diffusione, soprattutto grazie all’introduzione di nuove tecniche di stampa, come la litografia e in seguito la cromolitografia, le quali rendono possibile una più ampia e diffusa circolazione del testo iconografico.
Le incisioni sono presentate in ordine cronologica dalla più antica.


ANONIMO BOLOGNESE (prima metà del sec. XVII), Il vero ritratto della S.ma Madona del Pratello d’Imola, [1615-20], mm. 288x187. Bim 19.1.3.4 (9)

Si tratta della più antica immagine della Madonna del Piratello conservata nella Biblioteca Comunale di Imola. Sulla stampa non sono presenti indicazioni di responsabilità: si può ipotizzare un’esecuzione in ambito locale- bolognese attorno agli anni 1615-1620, come suggerisce l’annotazione, sicuramente di mano recente, in basso a destra. Le due vistose corone che adornano il capo della Vergine e del Bambino furono donate dalla città nel 1617, anno in cui si sancì la pratica annuale delle Rogazioni grazie a un Pubblico Instromento del febbraio di quell’anno. La stampa può dunque essere stata incisa proprio in questa occasione, tenendo conto anche della Alla luce dell’emiQuesti riferimenti storici che ha portato È ipotizzabile che questa stampa sia stata realizzata in concomitanza con le Solenni Rogazioni nella Città di Imola, il 30 aprile del 1617, anno in cui con si sancì la tradizione del trasporto dell’immagine mariana in città.


BARTOLINI, Giuseppe (1661-1730), Imago beatae Mariae V. de Piratello Imolae P.P. Tertii ord. S.F. coronata d.ie 15 augusti 1714, Imola 1714, mm. 230x162.
Bim, Archivio Sassatelli, mazzo B LI

L’artista imolese si occupò degli apparati scenografici realizzati per le Solenni Rogazioni del 1714 e, nell’occasione, realizzò con ogni probabilità anche questa immagine devozionale dedicata al Senato della Città di Imola. L’immagine mariana è retta da carnosi angioletti che recano un cartiglio, due mazze processionali e rose, riferimento a quelle che il pellegrino Mangelli portò in città come testimonianza dell’apparizione.


DAL FIUME, Giovanni (sec. XVIII), Imaginem BMV de Piratello Imolae, Imola, [1752-85], mm. 360x253.
Bim 8.P2.26 (11)

Apprendiamo da Pietro Antonio Meloni, autore del manoscritto Memorie delli pittori, scultori, ed architetti della città, e diocesi d'Imola, che Giovanni Dal Fiume era religioso presso la cattedrale di San Cassiano e incisore di immagini devozionali: la più famosa di queste era la Madonna del Piratello.
Questa incisione è databile tra il 1752 e il 1785, periodo in cui Carlo Bandi, al quale viene dedicata l’opera, è Vescovo della città.


CASTELLARI, Stefano (1781-1845), Effigie della B. Vergine del Piratello nel I secolo che fu coronata li 19. Agosto 1714, Imola, 1814, mm. 108x131.
Bim 19.1.3.4 (5)

Un angelo alato e dalle vesti all’antica pone una corona di fiori all’immagine della Beata Vergine del Piratello in occasione delle Solenni Rogazioni del 15 agosto 1814, nel primo centenario delle Rogazioni settecentesche. Come recita l’iscrizione sottostante, in questa occasione il Papa Pio VII concede cento giorni di Indulgenza a coloro che si recheranno in pellegrinaggio alla Vergine.
L’artista si mostra filologico interprete delle cronache del fatto miracoloso e rappresenta il pellegrino con gli specifici attributi del bastone, detto bordone, della fiasca e della mantella con le conchiglie, insegna di San Giacomo, apostolo pellegrino, e per estensione, di tutti i pellegrini.


MARABINI, Vincenzo (1774-1847), Imago B.M.V. de Piratello Imolae Anno 1814, Faenza, 1814, mm. 101x75.
Bim 19.1.3.4 (4)

L’autore faentino, attivo soprattutto nella prima metà dell’Ottocento, è specializzato nelle incisioni di soggetto devozionale: eseguì con ogni probabilità quest’opera nell’anno delle Solenni Rogazioni che si prorogarono per diverse giornate con feste profane e litanie religiose, descritte dalle cronache del tempo come eventi spettacolari.


MARABINI, Vincenzo (1774-1847), B.V. coronata del Piratello, Faenza, ante 1847, mm. 195x154.
Bim 19.1.3.4 (6)

Vincenzo Marabini esegue anche questa immagine della Madonna del Piratello, probabilmente in un secondo momento rispetto alle Solenni Rogazioni del 1814. L’iconografia mariana si è già consolidata nelle forme attuali: due angeli ai lati sorreggono la corona che cinge il capo alla Vergine.


MELONI, Pietro Antonio (1761-1836), L’immagine di Maria S.S. del Piratello si manifesta…, Imola, ante 1836, mm. 375x270.
Bim 19.1.3.1 (71)

L’incisione è tratta dal dipinto di grande formato eseguito dallo stesso Meloni e conservato nel santuario del Piratello. Pietro Antonio Meloni, artista e redattore di notizie storico-critiche sugli artisti operanti nel territorio della Diocesi di Imola, fu anche l’autore degli apparati effimeri realizzati nell’occasione delle Solenni Rogazioni del 1814, di cui possediamo una minuziosa descrizione e tavole illustrative di corredo.


MELONI, Pietro Antonio (1761-1836), Tempio di S. Maria del Piratello…, Imola, ante 1833, mm. 330x438.
Bim, Fondo iconografico, stampe sciolte

L’immagine esula dal contesto dell’iconografia mariana, ma ci mostra uno spaccato di vita che si svolgeva attorno al Santuario del Piratello. La devozione conduceva pellegrini di tutti i ceti lungo una Via Emilia non ancora lastricata, nei cui pressi avevano luogo momenti di preghiera e di aggregazione, tra la ricca vegetazione, un po’ immaginaria, proposta da Pietro Antonio Meloni. La dedica all’ingegnere Giuseppe Pollini Carnevali permette di fissare la datazione di questa incisione a prima della morte di questi, avvenuta nel 1833. Per ora non ci sono elementi per poter considerare questa incisione pendant dell’altra dello stesso autore e dunque fornire un’identica datazione.


ANONIMO IMOLESE (sec. XIX), Beata Vergine del Piratello che parlò al Pellegrino Mangelli, due versioni, Imola, sec. XIX, post 1814, mm. 113x765.
Bim 19.1.3.4 (11)

Due esempi ottocenteschi di immaginette devote. Le immagini avevano, in linea con il magistero della Chiesa, due funzioni fondamentali: quella di divulgazione della vita dei santi e quella edificante di incitare alla pietà cristiana; inoltre, essendo dedicate a una devozione privata, rispondevano a un bisogno primordiale di protezione.


ANONIMO IMOLESE (sec. XIX), Beata Vergine del Piratello che parlò al Pellegrino Mangelli, due versioni, Imola, sec. XIX, post 1814, mm. 114x715.
Bim 19.1.3.4 (12)

Vedi notizia sopra


ANONIMO IMOLESE (sec. XIX), Beata Vergine del Piratello che parlò al Pellegrino Mangelli, Imola, sec. XIX, seconda metà, mm. 98x70.
Bim 19.1.3.4 (10)

I progressi tecnici consentono una diffusione in alto numero di esemplari delle immagini devozionali che assumono un carattere familiare e popolare. La cromolitografia, tecnica nata nel 1840, consente la realizzazione di immagini a colori, che a inizio Novecento sono ancora una novità.


ANONIMO IMOLESE (SECONDA METÀ SEC. XIX), 1883 IV. Centenario della B. Vergine del Piratello Protettrice della B.V. del Piratello, Imola 1883, mm. 225x174.
Bim 19.1.3.4 (15)

A partire dal XIX secolo, per merito delle ricerche storiche più approfondite, si stabilì che il fatto miracoloso fosse avvenuto il 27 marzo 1483. Anche se studi novecenteschi hanno proposto altre datazioni, il 1883 è stato assunto come definitivo e i festeggiamenti solenni per l’immagine della Beata Vergine del Piratello vengono spostati nell’ottantetreesimo anno di ogni secolo. Questa immagine si mostra particolarmente piacevole in quanto presenta una delicata colorazione azzurrina nella cornice di fiori, conchiglie e volute, con in alto il monogramma mariano retto da due angeli.


SOCIETA’ LITOGRAFICA SAN GIUSEPPE (secc. XIX/ XX), B.V. del Piratello Imola Quarto Centenario 1883, Modena 1883, mm. 96x57.
Bim 19.1.3.4 (1)

In occasione della celebrazione del quarto centenario dalla apparizione della Vergine al pellegrino Mangelli, fu realizzato questo interessante esemplare di immagine devozionale: per rappresentare la Vergine viene utilizzata una fotografia, che riproduce il dipinto venerato al Santuario nella forma tutt’ora codificata.