Palazzo comunale, portico dei Mercanti o del Passeggio, palazzo Sersanti, chiesa del Suffragio

Maggiore è il nome che storicamente identifica la piazza principale di Imola, che sorge quasi nel centro della città. Nell'Ottocento gli edifici civili e religiosi che su di essa si affacciano sono gli stessi che da tempo caratterizzano la sua fisionomia. Dal nucleo più antico (angolo via Emilia e attuale via Mazzini) il palazzo comunale ha occupato nel tempo anche la superficie dell'antica pieve di S. Lorenzo. Sotto le antiche arcate dei portici dei Mercanti e di palazzo Sersanti hanno sede numerose attività commerciali. Nell'Ottocento l'unico edificio religioso che si trova sulla pubblica piazza è la chiesa del Suffragio.


Bernardo Rosaspina, Piazza d'Imola, s.l., s.e., [1832-1846]. Incisione.

Gli edifici che si affacciano sulla piazza Maggiore sono: a sinistra il palazzo comunale, di fronte il portico dei Mercanti, a destra palazzo Sersanti. Le spalle dell'osservatore sono rivolte alla chiesa del Suffragio e alle case appartenute al cardinale Anton Domenico Gamberini, segretario di Stato di Gregorio XVI. La selciatura della piazza risale alla seconda metà del Settecento.


[Stefano Castellari], [Vedute della città di Imola], s.n.t., in Giulio Cesare Cerchiari, Compendio storico di Imola, s.l., s.e., 1846.

Nel punto in cui il decumano (via Emilia) incontra il cardo (asse via Appia - via Mazzini) sorge il palazzo comunale (a sinistra). L'edificio, più volte modificato e ampliato, è sede delle magistrature cittadine dall'inizio del Duecento. L'ingresso principale sormontato dal balcone risale al 1758 su progetto dell'architetto bolognese Alfonso Torreggiani. Di fronte si ammira il portico dei Mercanti, chiamato anche degli Speziali o del Passeggio. Plurisecolare è la presenza delle numerose attività commerciali sotto le antiche arcate del portico.


Alfonso Torreggiani, Pianta al piano terreno del palazzo pubblico dell'illustrissimo ed eccelso Magistrato della città d'Imola [Imola, 1750]. Inchiostro acquarellato.

Pianta del piano terra del palazzo comunale: il n. 1 indica il portico lungo la strada Romana (via Emilia); il n. 5 corrisponde alla Dogana (sull'attuale via Appia); il n. 7 è l'ingresso principale su piazza Maggiore; i nn. 23, 24 e 26 corrispondono ad altrettante botteghe. A sinistra è presente l'indicazione "San Lorenzo", l'antica pieve a ridosso della quale è sorto il nucleo più antico del palazzo.


[Simone Nelli], Prospetto e pianta di palazzo Sersanti, [Imola, prima metà XVII secolo]. Inchiostro acquarellato.

Palazzo Sersanti è l'ultimo nome che l'edificio ha avuto in ordine di tempo: "palazzo nuovo" all'inizio del Cinquecento; "Riario" in relazione ai committenti (Girolamo Riario e Caterina Sforza, signori di Imola e Forlì, 1473-1499); "palazzo dei Garzolari" o Pavaglione per la produzione dei bachi da seta, allevati al primo piano e venduti sotto al portico. Il disegno seicentesco attesta quanto poco sia cambiato l'edificio nel corso dei secoli.


[Simone Nelli], Palazzo Sersanti. Particolare di botteghe e finestrone, [Imola, prima metà XVII secolo]. Inchiostro acquarellato.

Sotto al portico di palazzo Sersanti hanno sede 15 botteghe: 14 sotto la loggia e 1 sulla via Emilia. Nel disegno è riportato anche lo stemma posto su entrambi i lati del palazzo: è lo stemma con i simboli dei Riario Sforza (rispettivamente la rosa e la biscia).


Gian Battista Zampieri, Progetto della nuova facciata alla chiesa del Suffragio in Imola, 19 aprile 1881. Inchiostro su lucido.


Costruita su progetto dell'architetto imolese Lorenzo Mattoni nel 1687, la chiesa del Pio Suffragio è dedicata a san Felice da Cantalice, san Gaetano e san Francesco Saverio, predicatori amati dalla religiosità popolare per la loro umiltà e devozione. Nella chiesa si riunivano la Pia Unione dei settantadue nobili, l'Unione degli osti e vinattieri della piazza e la Congregazione dell'Aurora. Il filo che le univa erano le preghiere e le funzioni celebrate per l'intercessione dei defunti.