Imola si organizza
l'hospitale mantenne una barca con diritto di pedaggio sino al 1749, epoca in cui il governo ne fabbricò uno tutto di legno con la torretta
Giunto a Imola l’editto del cardinal legato del 20 febbraio 1750 viene letto, insieme alla lettera dell’agente in Ravenna, durante la Congregazione delle acque riunitasi il 23 febbraio 1750 dinanzi al Magistrato della Comunità.
Seduta del Magistrato del 23 febbraio 1750.
Bim, ASCI, Campioni, n. 59, cc. 15-16.
Si decide di pubblicare gli editti per l'appalto del pedaggio del ponte e si nomina un deputato che dovrà risiedere nel "casone" di legno costruito sulla sponda del fiume e dovrà tenere a sue spese un subalterno che vigili giorno e notte all’esigenza del pedaggio, viene inoltre eletto un deputato "per la barchetta" (viene infatti ancora utilizzata la barca per il "passo" del fiume), tale deputato dovrà mantenere a sue spese il passatore della barca e "parlare col signor priore dell’ospitale per la compera della barca piccola o grossa". Infine si dovranno fare le "sbarre" per il ponte e le "garette" (ossia i ripari) per i soldati di guardia. Recepito il bando legatizio, il Magistrato emana un editto per l’appalto del pedaggio, in data 23 febbraio 1750.
Editto del Magistrato relativo all’appalto del pedaggio per il ponte sul fiume Santerno, 23 febbraio 1750.
Bim, ASCI, Editti e notificazioni, Editti e notificazioni per appalti e lavori pubblici.
L'editto notifica aspetti eminentemente pratici, vale a dire le modalità di presentazione della "poliza", l’offerta contenente le necessarie garanzie e la somma che si intende corrispondere, per partecipare alla gara d’appalto.
Le polizze, sigillate, devono essere sottoscritte da idonea garanzia, e concepite in parole chiare, e significanti, con le somme che intenderà corrispondere per detto appalto, espresse prima in lettera e poi "in abbaco".
Una volta esaminate le offerte presentate si procede all’aggiudicazione dell’appalto alla più vantaggiosa e alla stipulazione del relativo contratto.
L’editto, esposto nei consueti luoghi (reca infatti le tracce dell’avvenuta affissione) e poi conservato nell’archivio comunale, rappresenta la risposta dell’amministrazione locale all’ordine partito da Roma prima e da Ravenna poi. Infatti in tale editto vengono citati il chirografo di Benedetto XIV, l’editto del cardinal Oddi e la risoluzione consigliare del 23 febbraio, approvata dal cardinal legato, esplicando la catena documentaria che precede l’applicazione locale.