1820, Imola

Usciamo da porta Appia e ci dirigiamo verso destra. Troviamo il Borghetto - il fabbricato di proprietà all'epoca dell'antico ospedale della Scaletta - formato da diverse stanze, molte di queste selciate e dotate di un camino. Non mancano il porcile, la stalla e diversi pozzi, uno di questi (segnato con X) a comodo degli inquilini.

Scorre a cielo aperto il canale dei Mulini, la cui acqua è preziosa per le coltivazioni e per le attività artigianali che da secoli hanno sede in questa zona fuori porta.

Il Borghetto comprende anche il podere lavorato da Francesco Zolla insieme alla sua famiglia. Produce grano, canapa e vino. Il terreno è buono e ben coltivato.

Vediamo filari di viti, inframezzati da alberi di peri, meli, ciliegi, fichi, mandorli, giuggioli, mori, albicocchi, noci.

Attorno al fabbricato c'è una siepe viva di sambuco con un moro assai antico, ma vivo e vegeto.

Siamo in aprile - primavera - chissà che colori nelle fioriture.

Imola, la città dai cento orti.

E lo era davvero.