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In questi caliginosi tempi di incertezza e fragilità la poesia più che mai diventa forma perfetta come voce dell’anima, comunicando messaggi indelebili, scritti su una sofferta quotidianità. L’autore ci regala con questa nuova silloge una lucida, impietosa (eppur amorevole) analisi della nostra condizione di umanità asservita. Nel raccontare di sé, il poeta si presta a essere specchio ustorio per tutte le ipocrisie di cui ammantiamo la nostra quotidianità senza alibi né perdono, marcando ancora una volta il potere liberatorio della parola.

Con la presenza dell’autore e di Rosarita Berardi, poetessa e scrittrice.

Matteo Sabbatani, nato a Imola, é laureato in Scienze Politiche. Ha collaborato col Comune di Imola come consulente per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

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Ultimo aggiornamento

30-01-2023 10:01