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Il Mar Mediterraneo è sempre stato uno degli elementi naturali maggiormente rappresentati nella cartografia antica per l’importanza che ha avuto dal punto di vista politico, militare, commerciale e culturale, dai primi portolani in uso dal XIII secolo fino ad arrivare alle carte geografiche che grande diffusione ebbero soprattutto a partire dal XVI secolo in poi.
La definizione utilizzata dai Greci di “mare interno” è ripresa dai Romani presso i quali diventa il Mare nostrum, mentre è soltanto dal III secolo d.C. che si inizia a diffondere il nome Mediterraneo.
Nella letteratura classica, greca e latina, sono molteplici i miti, le leggende e le storie che si legano a questo mare e che sono giunti fino a noi.
Il mito mediterraneo per eccellenza è quello di Ulisse, seguito da quello di Enea. Entrambi gli eroi hanno in comune l’esperienza della navigazione, dei ritorni avventurosi e delle sofferenze di chi anela a ritrovare la propria patria lontana. Ad Enea si lega strettamente anche la figura di Didone, suicida per amore dell’eroe troiano.
Connesso al tema del viaggio nel Mediterraneo è anche il racconto degli Argonauti, i cinquanta eroi che, sotto la guida di Giasone e a bordo della nave Argo, giungono nelle ostili terre della Colchide alla riconquista del Vello d'oro.
Infine la Sibilla, figura presente in epoca antica in tutti i luoghi che bagnano il Mediterraneo: Italia (in particolare Sicilia, ma non solo), Grecia, Asia Minore e Africa.

In esposizione a piano terra della Biblioteca alcuni volumi dalle collezioni storiche, databili fra XVI e XVIII secolo, che raccontano questi miti.

Questo evento fa parte di Mediterraneo in Bim

L'esposizione è visitabile a piano terra della Biblioteca negli orari di apertura.

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Ultimo aggiornamento

04-11-2023 10:11