Nel dicembre 1944 il fronte si ferma tra Fontanelice e Borgo Tossignano, a 15 chilometri da Imola in direzione sud, e sul fiume Senio, a una decina di chilometri di distanza in direzione est. L’inverno 1944-1945 è il più duro per Imola.
La popolazione è allo stremo. Nella notte del 9 aprile 1945 le truppe alleate riprendono l'offensiva sulla linea gotica e in Romagna. Lungo la via Emilia il 2° corpo polacco, aggregato all’8a armata britannica, libera il 12 aprile Castel Bolognese, entra a Imola il 14 aprile e il 21 a Bologna.

A Imola una squadra del 2° corpo polacco entra dalla via Emilia in piazza il 14 aprile alle ore 17.15. Le campane suonano a festa. Tutti scendono in strada. La piazza è presidiata dai partigiani della Sap guidati da Natale Tampieri, provenienti dalla chiesa del Carmine, dove erano rifugiati. Scendendo la via Montanara prende parte alla liberazione di Imola anche il 1° battaglione Sirio della 36a brigata Garibaldi Bianconcini guidato da Libero (Edmondo Golinelli).

Tra le forze militari presenti ci sono anche la brigata ebraica, inquadrata nell’armata britannica, e il gruppo di combattimento Friuli del nuovo esercito italiano.

Lo sfondamento finale della linea gotica anticipa solo di qualche giorno l’insurrezione generale del 25 aprile e la fine delle ostilità sul fronte italiano il 2 maggio 1945.

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