Con l'istituzione delle università si diffusero i manoscritti da studio. Accanto agli scriptoria monastici sorsero botteghe in cui si svolgevano attività commerciali legate al mondo del libro. Il libro poteva inoltre essere un oggetto di svago e lettura, come testimoniato dalla fortuna della poesia, dei romanzi cavallereschi e dei capolavori di Dante, Petrarca e Boccaccio.

Notai, giudici, professori, religiosi disponevano di libri o di intere biblioteche per lo studio e le attività professionali. A Imola la vita culturale in età medievale è particolarmente legata all'ambiente bolognese. Anche i modelli decorativi dei codici risentono degli influssi dei centri scrittori più vicini come Ferrara, Cesena e Bologna.


Bartolomeo da San Concordio, Summa de casibus conscientiae, 1442 (ms. 22)

cc. 249v-250r

Tra i libri di sicura produzione locale vi è la Summa Pisanella, scritta nel 1338 da Bartolomeo da San Concordio che raccoglieva la dottrina morale e giuridica della Chiesa ed era uno strumento di guida per i confessori e i religiosi. Artefice di questa copia, datata 1442, fu Valeriano Zanelli, colto sacerdote di Tossignano, che esercitò anche attività di copista. Le numerose iniziali a pennello presenti nel volume si legano a un contesto tardogotico di ambito padano.