Con l'istituzione delle università si diffusero i manoscritti da studio. Accanto agli scriptoria monastici sorsero botteghe in cui si svolgevano attività commerciali legate al mondo del libro. Il libro poteva inoltre essere un oggetto di svago e lettura, come testimoniato dalla fortuna della poesia, dei romanzi cavallereschi e dei capolavori di Dante, Petrarca e Boccaccio.

Notai, giudici, professori, religiosi disponevano di libri o di intere biblioteche per lo studio e le attività professionali. A Imola la vita culturale in età medievale è particolarmente legata all'ambiente bolognese. Anche i modelli decorativi dei codici risentono degli influssi dei centri scrittori più vicini come Ferrara, Cesena e Bologna.


Bartolomeo da San Concordio, Summa de casibus conscientiae, 1442 (ms. 22)

cc. 249v-250r

Tra i libri di sicura produzione locale vi è la Summa Pisanella, scritta nel 1338 da Bartolomeo da San Concordio che raccoglieva la dottrina morale e giuridica della Chiesa ed era uno strumento di guida per i confessori e i religiosi. Artefice di questa copia, datata 1442, fu Valeriano Zanelli, colto sacerdote di Tossignano, che esercitò anche attività di copista. Le numerose iniziali a pennello presenti nel volume si legano a un contesto tardogotico di ambito padano.

Giovanni Antonio da Imola, Quaestiones super analitica Aristotelis, 1459 (ms. imol. 22)

c. 1r

Di ambito locale sono anche le Quaestiones super analitica Aristotelis trascritte dall’imolese Francesco Feraldi, professore dello Studio di Bologna. Tale testo contiene il commento ad Aristotele dell’agostiniano Giovanni Antonio di Domenico, anch’esso imolese e professore di logica. La decorazione si distingue per la gradevolezza di un’unica iniziale a pennello a bianchi girari, tipici dei manoscritti umanistici del Quattrocento.

Giovanni Garzoni, De Albornotii cardinalis vita, 1506 (ms. 84)

c. 5r

Strettamente legata all’ambiente culturale bolognese è la biografia di Egidio Albornoz (1310-1367), cardinale, condottiero e statista, vicario generale in Italia nel periodo della sede papale di Avignone, fondatore a Bologna del Collegio di Spagna. Il testo biografico fu elaborato da Giovanni Garzoni, medico di Giovanni II Bentivoglio, su istanza di Alfonso Carrillo de Albornoz. Fu scritto e decorato nel 1506 subito dopo la morte dell’autore, da Girolamo Pagliarolo. Le tipologie decorative presenti sono quelle della bottega bolognese dei Cavalletto, dove il Pagliarolo svolse il suo apprendistato artistico. Il manoscritto in origine faceva parte della biblioteca del Collegio di Spagna di Bologna.




Vai a sezione successiva "L'Inferno Parigi - Imola"

Torna a sezione precedente "Il Salterio inglese"