Molte norme degli statuti del 1334 riguardano l’igiene e il decoro urbano, aspetti importanti per il comune, disattesi però dai cittadini.

Oltre alla piazza centrale, si devono tenere pulite anche le altre strade e piazze, quasi tutte sterrate e facile ricettacolo di sporcizia. Perché non si riducano a fanghiglia fetida quando piove, è vietato gettare a terra letame e immondizia, così come buttare acqua, o altro, dalle finestre.

I barbieri, che svolgono anche piccoli interventi chirurgici, molti con la bottega in piazza Maggiore, non devono insozzare il terreno con il sangue dei loro clienti.

Dentro le mura vige il divieto di allevare capre o pecore, ma i maiali possono circolare liberamente se hanno l’anello al naso.

I privati non possono costruire su suolo pubblico e devono recintare le proprie corti con un muretto; i portici e le strade, di cui sono stabilite le larghezze, devono essere liberi da ostacoli quali carri o altri oggetti, ma si deroga per i tini nel periodo della vendemmia.

Le botteghe artigiane che causano rumori, fetori e sporcizia sono collocate ai margini della città o all’esterno, fatta eccezione per i beccai (macellai).


"Nessuno quando piove deve gettare immondizia nelle piazze pubbliche".

Bim, ASCI, Statuti, libro III, rub. 53.

Trascrizione:
"Quod aliquis, quando pluit, non debeat proicere putredinem in plateis publicis.
Statuimus quod aliquis de civitate Imole, quando pluit, non debeat prohicere aliquam puitredinem vel letamen per aliquam plateam vel per Stratam Maiorem civitatis Imole, pena viginti sol. bon".

Traduzione:
"Nessuno quando piove deve gettare immondizia nelle piazze pubbliche.
Stabiliamo che nessuno della città di Imola, quando piove, getti immondizia o letame in piazza o per la Strada Maggiore della città di Imola, a pena di 20 soldi di bolognini".


"I marescalchi non facciano immondizia nelle piazze di Imola".

Bim, ASCI, Statuti, libro III, rub. 84.

"Quod mareschalchi equorum non faciant putredinem in plateis Imole".
"I marescalchi non facciano immondizia nelle piazze di Imola".

Gli statuti stabiliscono che i marescalchi e i barbieri della città di Imola non sporchino di sangue la piazza maggiore, a pena di 5 soldi di bolognini.
I barbieri nel medioevo non si occupavano solo di taglio barba e capelli, ma la loro attività era molto più ampia e prevedeva anche piccoli interventi chirurgici ed estrazioni dentarie.


"Divieto di far circolare maiali nella città di Imola".

Bim, ASCI, Statuti, libro III, rub. 80.

"Ne quis permittat ire porcos per civitatem Imole"
"Divieto di far circolare maiali nella città di Imola".

Camminando per le strade dell’Imola medievale non era strano imbattersi in vari tipi di animali che vi circolavano, come maiali, pecore e capre, soprattutto nei giorni di mercato. Vige il divieto però per tutto un mese all'anno, presumibilmente settembre, di far circolare liberamente i maiali. Nel restante periodo invece possono girovagare per la città, ma con l’anello al naso, in modo che non possano grufolare in giro.