Mario Guido Dal Monte
dicembre 2009
Argomenti
Mario Guido Dal Monte nasce a Imola il 23 dicembre 1906.
Autodidatta, esordisce come pittore a Imola nel 1926 dopo aver visitato la XV Biennale di Venezia, occasione nella quale conosce il Futurismo e stringe rapporti con Filippo Tommaso Marinetti e Giacomo Balla.
Nel 1927 costituisce a Imola il Gruppo Futurista Boccioni: inizia a esporre stabilmente alle mostre futuriste e nel 1928 organizza una collettiva negli spazi del Ridotto del Teatro Comunale. Nello stesso anno partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, presentando due opere oggi disperse: Veglionissimo e Nevicata. Fonda a Imola una Casa d'Arte Futurista e si dedica alla ceramica per la bottega Gatti di Faenza.
Le mostre tra il 1929 e il 1930 segnano il suo passaggio dal Futurismo a un personale lirismo magico di impronta "novecentesca". Nel 1931 espone nella galleria Der Sturm a Berlino, dove entra in contatto con ambienti d'avanguardia: incontra Franz Marc, Marc Chagall e Vasilij Kandinskij e i gruppi Block di Varsavia e Stevba e Disk di Praga.
In occasione della V Triennale di Milano nel 1933 realizza pitture murali per la Casa Appenninica progettata in stile razionalista. La Casa d'Arte Futurista si trasforma in Studio Magudarte.
Nel maggio del 1934 è di nuovo presente con due opere alla Biennale di Venezia e così pure nel 1936. A metà anni degli anni trenta la sua ricerca si volge verso l'astrattismo e a interessi "non-figurativi" che gravitano attorno alla milanese Galleria del Milione, dove espone nel 1936, anno in cui vince anche il concorso bandito dalla Cassa di Risparmio di Imola per l'esecuzione di cinque pannelli di tema celebrativo del lavoro e del risparmio.
Dalla seconda metà degli anni quaranta, dopo un periodo di rallentamento della produzione artistica, la sua ricerca si orienta verso il Surrealismo astratto.
Espone nel 1948 alla XXIV Biennale di Venezia e l'anno successivo in una personale a Roma. Nel 1949 la mostra alla galleria milanese A. Salto, base delle attività editoriali ed espositive del Movimento Arte Concreta, segna l'adesione dell'artista alla poetica del gruppo. Nel 1950 è presente alla Biennale di Venezia e nel 1951 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, quindi a Parigi. Esegue in questi anni una tempera murale per la sua casa in stile razionalista, da lui interamente progettata insieme a agli arredi. Nel 1953 è presente nuovamente a Roma e a Milano, dove è in contatto anche con Giò Ponti.
A metà degli anni cinquanta Dal Monte si avvicina alla ricerca "informale", espone a Parigi nel 1957, a Firenze, Torino, Roma nel 1958, e nel 1959 allestisce una personale a Milano e a Roma. All'inizio del 1961 è a Londra e a Venezia, nel febbraio 1962 è a Bologna. Negli anni sessanta la sua attività registra una pausa e un allontanamento dal linguaggio informale per ritornare a ricerche di carattere strutturale, in particolare "optical", che propone al III Premio Sassari nel 1972.
Dopo l'assenza espositiva degli anni settanta, la sua attività creativa riesplode negli anni ottanta. I dipinti del 1985 e 1986 caratterizzati da un dinamismo formale "neofuturista" sono esposti nell'antologica a Rimini del 1986. Alla fine degli anni ottanta la sua ricerca compie un ennesimo passo avanti con opere "neoconcrete" di accentuata matericità.
Muore a Imola il 2 gennaio 1990.
A Mario Guido Dal Monte è stata dedicata una importante mostra tenutasi a Imola, Museo di San Domenico, dal 19 dicembre 2009 al 5 aprile 2010.