Rinaldo Andreini (Imola, 30 gennaio 1818-Fort de l'Eau (Algeria), 25 febbraio 1890), seguace delle dottrine mazziniane, partecipò attivamente ai moti insurrezionali e fu più volte arrestato e costretto al confino, in Toscana, in Francia e poi ad Algeri.
Tornato in patria collaborò ai periodici bolognesi “L'italiano” e il “Il Povero, foglio popolare” e prese parte ai moti del 1848; nel 1849 venne eletto nell'Assemblea costituente romana.
Caduta la Repubblica romana, dopo soste a Londra, Bruxelles, Ginevra, Nyon (dove iniziò la collaborazione a “L'Italia del popolo” di Losanna) e Lione, tornò ad Algeri, dove, dal 1850 al 1859 esercitò la professione di medico e si dedicò alla pubblicazione di scritti politici.
Nel 1860 potè rientrare in Italia e diresse il “Corriere del Popolo” a Bologna. Dopo un altro soggiorno ad Algeri, dove si dedicò alla carriera professionale e agli studi, tornò in Italia nel 1867, rimase per qualche mese a Firenze dove diresse “Il dovere”.
Durante il conflitto franco-prussiano si arruolò a fianco dei francesi. Trascorse i suoi ultimi anni ad Algeri in precarie condizioni fisiche e finanziarie.

Fondo archivistico

Archivio Rinaldo Andreini, bb. 4 (1832-1892): documentazione personale e famigliare, lettere, memorie e scritti relativi alla sua attività politica.

Provenienza: dono di Romeo Boni, 1933.

Strumenti di ricerca

Fausto Mancini, Le carte di Rinaldo Andreini conservate nella Biblioteca comunale di Imola, estratto dalla "Rassegna storica del Risorgimento", XLV (1958) , 2, pp. 294-313.