Il diario di Rosa

Rosa, figlia di Giuseppe Maiolani e di Pierina Gattilia, sta per compiere 14 anni quando l’Italia entra in guerra nel giugno 1940.
Ha una sorella maggiore, Maria, una sorella e un fratello più piccoli, Egilde e Antonio. Rosa ha da poco sostenuto gli esami di avviamento e non potrà continuare a studiare, perché deve iniziare a lavorare; è malinconica, perché studiare le piace molto. Inizia a lavorare come cassiera al cinema Centrale di Imola dove resta un paio di anni per poi passare all’agenzia di Assicurazioni Generali in via Garibaldi. La famiglia Maiolani abita in via Orsini fino al febbraio 1944 quando si trasferisce in via Alidosi. Con l’inizio dei bombardamenti nel maggio 1944 i Maiolani sfollano al podere della Maddalena a Goccianello. Nell’autunno rientrano in città si trasferiscono nella cantina e carbonaia dell’Ospedale vecchio di Imola dove lavora come cantiniere suo padre Giuseppe, socialista, antifascista e vicepresidente del Cln.
Rosa intanto scrive: su quaderni, notes e fogli sparsi, annota episodi, situazioni, pensieri e sentimenti dando con la sua scrittura semplice ed emozionale ampio spazio alla narrazione della sua vita di ragazzina e di giovane donna e della vita di Imola nel tempo di guerra, coltivando sogni e speranze nelle tante difficoltà quotidiane.
Dal diario di Rosa:
22 giugno 1944
"Non scrivo dei miei sogni perché sono tanti e per ora irrealizzabili. Sono già una ragazza, ho quasi diciott’anni, ma se mi guardo attorno vedo solo cose brutte e Imola invasa dai tedeschi, pronti solo a far del male e a uccidere anche le donne e i bambini. Un giorno chiederò il risarcimento di queste cose belle che ho perso. Io sarò in debito di anni della mia giovinezza rubata e non solo io. Invece, se ci sarò ancora dovrò ringraziare di esserne uscita viva”.
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