Nelle città agiscono le Sap (Squadre di azione patriottica), una rete di nuclei armati di partigiani collegata grazie all’operato delle staffette: di giorno lavoratori o studenti, di notte impegnati in attività di sabotaggio e di diffusione di materiale di propaganda contro l’occupazione tedesca.

Le staffette percorrono in bicicletta decine di chilometri ogni giorno per consegnare ordini e volantini con il pretesto di raggiungere il luogo di lavoro o di procurare cibo per la famiglia nelle case di campagna.

Le azioni di sabotaggio prevedono: spostare la segnaletica stradale, posizionare chiodi nelle strade, tagliare fili del telefono, fare saltare rotaie, manomettere impianti industriali e trebbiatrici.

La diffusione di manifesti e volantini di propaganda, di riviste clandestine locali e nazionali come “L’Unità”, rappresenta uno dei mezzi più efficaci per informare gli abitanti delle campagne e della montagna sullo stato della lotta partigiana e sull’avanzata degli alleati.

La propaganda antifascista diffonde volantini battuti a macchina o riprodotti con mezzi rudimentali. Dal gennaio al novembre 1944 i comunisti imolesi pubblicano il periodico clandestino “La comune”, prima dattiloscritto, poi ciclostilato in poche decine di copie.

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