Le donne in piazza
“Abbasso la guerra!”
La partecipazione delle donne al movimento di liberazione nazionale è diffusa e radicata: alcune entrano nella resistenza armata, altre mettono a disposizione il coraggio, l’inventiva, la duttilità e la capacità di gestire le situazioni ai danni del nemico.
Nella primavera 1944 il Cln e i Gruppi di difesa della donna promuovono diverse manifestazioni pubbliche, prima a Sesto Imolese, poi a Imola.
Sono chiamate a raccolta madri e figlie, tramite la diffusione di volantini e il passaparola, per protestare contro la guerra e la mancata distribuzione dei generi alimentari di prima necessità. La manifestazione imolese del 29 aprile ha un drammatico epilogo. Nel corso della mattinata decine di donne della città e dei dintorni, giunte in bicicletta, riempiono la piazza. Ben presto sono circa cinquecento. Chiedono pane, latte, zucchero per i figli al grido di “Abbasso la guerra”, “Vogliamo a casa i nostri figli e mariti”, “Nessun uomo in Germania”.
Le guardie della Repubblica sociale sparano uccidendo Livia Venturini e Rosa Zanotti. Il loro eccidio è un punto di non ritorno che inizia a scalfire la vasta zona grigia di imolesi attendisti verso una partecipazione più attiva alla resistenza. Lo sciopero del Primo maggio vede infatti una grande adesione, nonostante il divieto del Comando tedesco di scendere in piazza e nelle strade.
Il periodico clandestino “La comune” riporta il resoconto delle due manifestazioni.
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