In Romagna con Leonardo
Nel 1502 Cesare Borgia, per difendere al meglio il territorio appena conquistato della Romagna e del Montefeltro, affida a Leonardo l’incarico di “Architecto et Ingegnero Generale” con il compito di rafforzarne le fortificazioni. Leonardo si mette in viaggio e fra giugno e dicembre sosta in diverse città. Il 18 agosto Borgia gli concede un personale lasciapassare.
Annotazioni, calcoli e disegni di Leonardo contenuti in un piccolo taccuino, noto come "Manoscritto L", conservato a Parigi presso l’Institut de France, permettono di seguire il suo itinerario. Leonardo si reca prima a Urbino poi a Pesaro, l’8 agosto è a Rimini. In seguito si sposta a Cesena, compiendo rilievi delle mura e delle fortificazioni.
Ai primi di settembre raggiunge Cesenatico, dove traccia il rilievo del porto canale e progetta alcune migliorie. Dopo pochi giorni è a Faenza, dove disegna un edificio, forse la cattedrale, e poi è a Imola, fino a dicembre. La nostra città, in quel momento, è un campo militare: Cesare Borgia vi raccoglie armi e uomini a migliaia, probabilmente in vista di un attacco a Bologna e ai Bentivoglio, signori della città, che non avverrà mai. Il soggiorno in Romagna di Leonardo si conclude e nel 1503 è di nuovo a Firenze.
Giovanni Antonio Magini, "Romagna olim Flaminia", Bologna, Magini, 1598, stampa, bulino, 350 x 468 mm
La mappa esposta fu realizzata dal padovano Giovanni Antonio Magini, cartografo e professore di astronomia all'Università di Bologna. Compare qui per la prima volta solo la regione romagnola e sono riportati i confini amministrativi tra Romagna e Granducato di Toscana. La carta vide la luce in una prima stesura nel 1597. Sono evidenziate sulla carta le tappe del viaggio di Leonardo in Romagna e nel Montefeltro. (Bim)
Lettera patente rilasciata il 18 agosto 1502 da Cesare Borgia a Leonardo da Vinci, riproduzione collezione privata F.F. (copia originale conservata in Archivio Melzi d’Eril, Vaprio d’Adda)
Con questo permesso di circolazione Cesare Borgia autorizzava Leonardo a entrare in ogni castello o piazzaforte romagnola. Si riporta di seguito, traducendo dall’italiano antico, il contenuto del lasciapassare: "Noi Cesare Borgia di Francia, per grazia di Dio Duca di Romagna, principe d’Andria, signore di Piombino, etc. etc., Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa e Capitano Generale. A tutti i luogotenenti, i castellani, i capi d’esercito, i condottieri, ufficiali, soldati e sudditi nostri ordiniamo: i1 latore della presente, nostro dilettissimo costruttore e principale architetto Leonardo da Vinci, che per incarico nostro ha da esaminare i luoghi e le fortezze dei nostri Stati, per provvedere alla loro sistemazione secondo le esigenze e secondo il suo parere, deve avere libero passo e accoglienza ovunque, esente da qualsiasi pagamento per sé e per chi lo accompagna, deve essere agevolato in ogni modo negli esami, nelle misurazioni; gli si mettano, a sua richiesta, uomini a disposizione, gli si presti qualunque assistenza, aiuto o favore richiederà. Inoltre, su qualunque opera si intraprenda nei nostri domini, tutti i costruttori sono tenuti a consultarsi con lui, attenendosi alle disposizioni ch’egli vorrà impartire. Non si presuma ad alcuno di agire in maniera contraria per non incorrere nel nostro sdegno. Dato a Pavia, il 18 di agosto dell’anno 1502 dalla nascita di Cristo, la seconda estate della nostra sovranità sulle Romagne".
Leonardo da Vinci, "Manoscritto L", edizione in facsimile realizzata sotto gli auspici della Commissione nazionale vinciana e dell'Institut de France
Firenze, Giunti Barbera, 1987.
Il "Manoscritto L" de l’’Institut de France di Parigi è un taccuino tascabile (mm. 100x70), compilato da Leonardo negli anni 1497-1503. Nei suoi 94 fogli si trovano numerose annotazioni relative alla permanenza nelle Marche e in Romagna a servizio di Cesare Borgia. Il "Manoscritto L" fa parte del piccolo gruppo di dodici codici chiamati "manoscritti di Francia", che Napoleone Bonaparte fece trasferire nel 1795 dalla Biblioteca ambrosiana di Milano alla biblioteca dell’ Institut de France di Parigi dove sono ancora conservati. Fu l’abate Giovan Battista Venturi, alla fine del secolo XVIII, a Parigi, a provvedere alla loro segnatura con lettere dell’alfabeto dalla A alla M.
Si riportano di seguito i riferimenti a Imola che si trovano a p. 88 v.:
"Imola vede Bologna a 5/8 di ponente in ver maestro con ispazio di 20 miglia.
Castel san Pietro è veduto da Imola in mezzo in fra ponente e maestro con ispazio di 7 miglia.
Faenza sta con Imola tra levante e scirocco in mezzo giusto a 10 miglia di spazio.
Furli 1 sta con Faenza in fra scirocco e levante in mezzo giusto con ispazio di 2[0] 2 miglia da Imola e 10 da Faenza.
Furlimpopoli fa il simile a 25 miglia da Imola.
Bertonora sta con Imola a 5/8 in fra levante e scirocco a 27 miglia 3".
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