A cavallo tra ‘800 e ‘900 nasce in Italia un movimento femminile attivo e vivace che conduce battaglie su diversi temi quali l’uguaglianza giuridica, la parità di retribuzione, la riforma della legge sulla prostituzione, il diritto all’istruzione e al voto, le tutele per il lavoro e la maternità.
Pur non essendo un movimento di massa, è in grado di suscitare un dibattito nell’opinione pubblica e portare all’attenzione del Parlamento alcune riforme, attuate solo in parte.
La riflessione teorica viene arricchita dalla lettura di testi che circolano allora in Europa come le opere del liberale britannico John Stuart Mill, tradotto in Italia da Anna Maria Mozzoni nel 1870, e del socialista tedesco Bebel.

Sorgono numerose organizzazioni e associazioni ramificate sul territorio italiano, in contatto con movimenti internazionali. Le aderenti, borghesi, aristocratiche, cattoliche e socialiste, tengono conferenze, stampano opuscoli, partecipano a congressi in Italia e all’estero. Vengono fondate riviste per sostenere la causa delle donne. Il 27 aprile 1890 Anna Kuliscioff tiene presso il Circolo filologico milanese una conferenza dal titolo "Il monopolio dell’uomo", considerata il manifesto della questione femminile italiana.

A Roma nel 1908 si svolge il Primo congresso delle donne italiane, organizzato dal Consiglio nazionale delle donne italiane istituito nel 1903 come sezione italiana dell’International council of woman, alla presenza della regina Elena, con la partecipazione di suffragiste, socialiste e cattoliche. Molti degli opuscoli esposti sono conservati nella biblioteca del deputato socialista Andrea Costa.




John Stuart Mill, La servitù delle donne, traduzione e prefazione di Anna Maria Mozzoni, Lanciano, R. Carabba,1877

"The Subjection of Women" (1869), è ritenuto il testo di riferimento per l’emancipazionismo di matrice liberale. In esso l’inglese Stuart Mill, che lavorava in stretto sodalizio con la moglie tra Harriet Taylor, individua la causa della mancanza di diritti civili della donne nella storica subordinazione della donna all’uomo, un rapporto servile che rimanda a forme di organizzazione sociale del passato. Fu tradotto in Italia nel 1870 da Anna Maria Mozzoni, attiva sostenitrice della emancipazione femminile e autrice della prima petizione di estensione del diritto di voto alle donne avanzata al parlamento italiano nel 1877. (Bim)



August Bebel, "La donna e il socialismo: la donna nel passato, nel presente e nell'avvenire", traduzione dell'avv. Vittorio Olivieri, autorizzata dall'autore sulla undicesima edizione tedesca, Milano, Max Kantorowicz, 1891

August Bebel, fondatore del partito partito socialdemocratico tedesco, diede un suo importante contributo alla questione femminile con il libro "Die Frau und der Sozialismus" (1883), in cui affronta a partire da una visione marxista della società le condizioni di oppressione della donna e afferma la necessità della rivoluzione socialista per aprire il cammino alla sua liberazione. Le sue tesi conobbero grande notorietà in Germania e in Europa. È qui esposta la prima edizione in lingua italiana. (Bim)



Guglielmo Gambarotta, "Inchiesta sulla donna", Firenze, F.lli Bocca, 1899

Il volume propone i risultati di un’inchiesta del 1899, promossa dall’ avvocato Gambarotta, sostenitore di una riforma dei codici in senso femminista, promossa tra giuristi, politici, scienziati, scrittori e uomini di cultura in merito ai diritti da concedersi alle donne. (Bim)



Unione femminile nazionale, "I primi cinque anni di vita (1900-1905)", Milano, Tipografia nazionale di Virgilio Ramperti, 1906

Associazione fondata nel 1899, a Milano, da un gruppo di donne diverse per estrazione sociale e formazione culturale: Ersilia Majno Bronzini, Nina Rignano Sullam, Ada Garlanda Negri, Edvige Vonwiller Gessner, Adele Riva, Antonietta Pisa Rizzi, Jole Bersellini Bellini, Rebecca Calderini; del gruppo fondatore fanno parte anche personalità maschili di indirizzo progressista. L’Unione si diffonde rapidamente in tutta Italia, con un proprio progetto politico per un femminismo caratterizzato dall’impegno pratico per la salvaguardia delle lavoratrici (operaie, maestre, impiegate) e per l’affermazione del valore sociale della maternità. (Bim)



Società anonima cooperativa, "Le industrie femminili italiane", Roma, Casa editrice italiana, 1903

Cooperativa costituita a Roma nel 1903 da un gruppo di donne appartenenti alla nobiltà o alla borghesia, al fine di "promuovere e migliorare il lavoro femminile e la condizione economica delle lavoratrici, con un sano indirizzo artistico e industriale". Le Industrie Femminili Italiane riunirono un gran numero di imprese esistenti - sparse su tutto il territorio nazionale e create o valorizzate da donne - sforzandosi di aumentare il numero e la qualità delle imprese e di cercare sbocchi commerciali, italiani e esteri, ai prodotti. (Bim)



Ernesta Campolonghi, "Femminismo e socialismo": conferenza, Savona, Tipografia Ligure, 1901 (Bim)



"Vita femminile italiana: rivista mensile”, 2, 1908, fasc. 4 e 5

Fondata a Roma da Sofia Bisi Albini, la rivista si presenta con un programma di solidarietà femminile e l’intento di combattere le diffidenze e i pregiudizi contro le donne. Diversi articoli vertono sulla formazione, anche professionale, delle ragazze, sui diritti e doveri della donna, sull’associazionismo femminile, sul femminismo in Italia e all’estero. Rilevante è anche la parte dedicata alla letteratura. Tra le collaboratrici più illustri si ricorda Ada Negri. Al primo congresso delle donne italiane, che si tiene a Roma nel 1908, la Bisi e le redattrici della rivista partecipano attivamente, commentando poi gli esiti dell'incontro sulle pagine del loro giornale. (Bim)



Charlotte Perkins Gilman, "La donna e l'economia sociale: studio delle relazioni economiche fra uomini e donne e della loro azione nell'evoluzione sociale", traduzione autorizzata di Carolina Pironti con proemio di Vernon Lee, Firenze, G. Barbera, 1902

Charlotte Perkins Gilman (1860-1935), scrittrice femminista statunitense: l’opera Women and Economics fu pubblicato nel 1898 e tradotta in molte lingue. (Bim)



Anna Kuliscioff, "Il monopolio dell'uomo", conferenza tenuta il 27 aprile 1890 nelle sale del Circolo filologico milanese, Milano, Libreria editrice Galli, 1890

Celebre intervento di Anna Kuliscioff presso il Circolo filologico milanese. Centrale, a parere della K., la questione dell’indipendenza economica della donna, propone inoltre una riflessione sui pregiudizi culturali che trovano le loro radici in una mentalità chiusa in abitudini di secolare sopraffazione. (Bim)



Ugo Luzzi, "La donna e la lotta per l'esistenza: studio sulla quistione sociale", Milano, E. Rechiedei e C., 1891

Requisitoria in cui, alternando condiscendenza e ironia, si confutano le riflessioni esposte dalla Kuliscioff nel Monopolio dell’uomo. (Bim)



Eugenia Lebrecht Vitali, "La ricerca della paternità". Conferenza tenuta al Circolo giuridico di Roma nel marzo 1910, Verona, Tipografia cooperativa Casa del popolo, 1910

Riflessione sulla questione dei figli illegittimi. Il codice civile italiano vieta alla madre la ricerca della paternità dei figli naturali, che viene invece concessa al padre. Eugenia Vitali è attivamente partecipe al Primo Congresso nazionale delle donne italiane del 1908, socia dell’Associazione nazionale per la donna di Roma e collaboratrice del comitato pro suffragio di Teresa Labriola. (Bim)



Sibilla Aleramo, "Una donna". Romanzo, nuova edizione, Milano, Treves, 1919

Il volume esposto, è la seconda edizione del romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1906. In esso viene narrata una vicenda autobiografica, dall'infanzia fino alla sofferta decisione di lasciare il marito e il figlio, per sottrarsi a un destino di umiliazioni e sacrificio. (Bim)





Vai a sezione successiva "Prime leggi di tutela del lavoro femminile"

Torna a sezione precedente "Figlie, madri, mogli, lavoratrici"