Nel 1861 in Italia solo una esigua minoranza di uomini ha diritto di voto. Nel 1882 vengono abbassati i limiti di censo e di istruzione e l’elettorato passa a due milioni di votanti, nel 1912 viene esteso il diritto, ma ancora limitato ai soli uomini. Il diritto di voto alle donne suscita in questi anni un intenso dibattito fuori e dentro al Parlamento, anche grazie ai molti comitati sorti in Italia a sostegno del suffragio femminile. Definito da Giolitti “un salto nel buio” e osteggiato anche da alcuni socialisti, tutte le proposte e petizioni vengono respinte.

Le donne sono considerate immature dal punto di vista politico, si temono gli esiti incerti di un rapido aumento del corpo elettorale, il disagio che le turbolenze delle campagne elettorali porterebbe alle donne, “distratte” da altre occupazione più “naturali” attinenti alla sfera domestica e i possibili conflitti all’interno delle famiglie. Il primo paese a concedere il suffragio femminile è la Nuova Zelanda nel 1893, seguito da Australia, Russia, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti. In Italia le donne iniziano a votare soltanto nel 1946. La prima occasione è rappresentata dalle elezioni amministrative che si tengono fra il marzo e l’aprile; il 2 giugno le italiane sono nuovamente chiamate alle urne per il referendum istituzionale tra Monarchia o Repubblica e per l’elezione dell’Assemblea costituente.



Genuzio Bentini, "Relazione sul suffragio universale", Frascati, Stabilimento tipografico italiano, 1906. Relazione presentata al 9° congresso nazionale del Partito Socialista Italiano, Roma 7-9 ottobre 1906

Relazione sul suffragio universale del deputato socialista Genuzio Bentini, in occasione del IX Congresso Nazionale del Partito Socialista Italiano (Roma, 7-9 ottobre 1906). Bentini rivendica la necessità che i socialisti si impegnino ad allargare il corpo elettorale attraverso l’azione amministrativa e la lotta all’analfabetismo, e a creare un ambiente favorevole all’idea del suffragio universale. (Bim)



"Alle donne italiane: per le elezioni politiche", a cura del Gruppo delle donne socialiste milanesi, Milano, Tip. degli Operai,1897

L’opuscolo è prodotto dal Gruppo delle donne socialiste milanesi ed è un invito alle donne a persuadere i propri mariti a votare socialista al fine di avere rappresentanti in Parlamento che possano lottare per sostenere leggi sul lavoro delle donne e dei bambini, diritto di voto per tutti e in generale una vita più equa. (Bim)



Comitato nazionale pro voto alle donne, "Relazione del Comitato nazionale pro voto alle donne e discorso della presidente contessa Giacinta Martini Marescotti", Roma 1906-1907, Pavia, Officina d'Arti Grafiche Succ. Ottani-Bernasconi, 1907

Contiene il discorso contessa della contessa Giacinta Martini Marescotti, presidentessa del Comitato nazionale "Pro Suffragio Femminile", che evidenzia l’importanza di un coinvolgimento alla causa di tutte le donne, di ogni condizione sociale. Segue la relazione del Comitato che tratteggia la storia dello stesso, dal primo comitato sorto nel dicembre del 1905 in seno all’Associazione "Per la donna" fino al nuovo costituitosi con la firma di 27 donne nel salotto della Martini Marescotti nel maggio del 1906 e già divenuto nazionale il mese successivo. (Bim)



Il voto amministrativo alle donne discusso alla Camera Italiana, in “Vita femminile italiana: rivista mensile”, 7, 1913, fasc. 6, pp. 416-428

In questo numero del periodico vi è spazio per il resoconto della discussione avvenuta in Parlamento il 10 giugno 1913 relativa alle modifiche al testo unico della legge comunale e provinciale del Regno d’Italia nella quale sono proposti numerosi emendamenti riguardanti l’estensione del suffragio amministrativo alle donne. La votazione relativa a questo ordine del giorno è nulla poiché non raggiunge il numero legale; ripetuta il giorno successivo, è respinto. In calce sono riportati anche commenti alla discussione apparsi su alcuni giornali italiani nei giorni successivi. (Bim)



"Il voto per tutti: propaganda del suffragio universale", Milano, Costantino Lazzari, 1910. Seconda uscita della collana Piccola biblioteca socialista

È la seconda uscita della collana "Piccola biblioteca socialista", pubblicata fra il 1910 e il 1911 dall’editore milanese Costantino Lazzari. Si tratta di un breve excursus storico sul diritto elettorale nel mondo e in Italia nello specifico, dall’allargamento del 1882 alla revisione delle liste elettorali del 1895, nel quale si fa particolare attenzione alla questione del voto delle donne. Si auspica un’azione efficace da parte dei socialisti al fine di sostenere la causa di un suffragio realmente universale. (Bim)



Teresa Labriola, "Per il voto alla donna": conferenza (24 marzo 1906), Roma, Loescher, 1906

Conferenza tenuta il 24 marzo 1906 a Roma da Teresa Labriola, prima laureata in Giurisprudenza all’Università di Roma e successivamente docente di Filosofia del Diritto nella medesima, su invito della Associazione "Per la donna" presieduta da Gabriella Spalletti Rasponi (presidentessa anche del Consiglio Nazionale della Donne Italiane), nella quale la Labriola sottolinea l’inarrestabile ascesa del movimento per il voto alle donne in Italia, il quale, sebbene di recente formazione, conta già numerosi gruppi e associazioni. (Bim)



Le donne escluse anche dal voto amministrativo e equiparate agli interdetti, pazzi, ammoniti delinquenti, in “La difesa delle lavoratrici”, 2, 1913, n. 3 (2 febbraio), p. 1

Primo organo di stampa nazionale delle donne socialiste italiane fondato e diretto dal 1912 da Anna Kuliscioff e nel cui comitato di redazione figurano le esponenti più autorevoli del movimento tra cui Linda Malnati, Angelica Balabanoff, Argentina Altobelli, Margherita Sarfatti. "La difesa delle lavoratrici" propugna le rivendicazioni sociali della donna, traendo ispirazione dalla classica opera del socialista tedesco Augusto Bebel "La donna e il socialismo", pubblica il Manifesto della Camera del Lavoro per la cooperazione della donna lavoratrice all’organizzazione operaia per la conquista di un superiore tenore di vita, avversa le Leghe cattoliche, promuove un Congresso di propagandiste e organizzatrici, si occupa ampiamente di problemi sindacali e sollecita provvedimenti legislativi per la tutela della donna emigrante. Nell’articolo la redazione esprime il dissenso per la bocciatura del governo al progetto di legge sul voto, non solo politico, ma anche amministrativo alle donne, escluse al pari dei delinquenti e dei malati mentali. (Bim)



Vai a sezione successiva "Nella battaglia politica, Anna Kuliscioff"

Torna a sezione precedente "Prime leggi di tutela del lavoro femminile"