Romanzi e i racconti presentati narrano vicende ambientate nella campagna emiliano-romagnola.
Ogni notizia è accompagnata dalla descrizione breve del testo e qualche nota biografica dell'autore, alcuni dei quali molto noti nel territorio locale.


Eraldo Baldini, Come il lupo, Einaudi, 2006
Nazario, guardia forestale, vive con la famiglia in una località isolata nella vallata Appenninica reggiana. Gli abitanti del paese godono di una ricchezza economica straordinaria data dalla produzione di un vino eccezionale, derivato dalla coltivazione di antiche vigne. Nazario, osservando e studiando un branco di lupi, scopre casualmente, che dietro quelle vigne si celebrano riti inquietanti e segreti orribili di cui nessuno deve sapere.
Eraldo Baldini, nato a Russi nel 1952, è l'autore romagnolo che ha conquistato un posto di tutto rispetto nel panorama del noir italiano con le sue storie affascinanti, spaventose e misteriose, spesso ambientate nella sua terra di origine.
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Quinto Casadio, Le radici rosse dell'erba, Lalli, 1990
Attraverso la storia di Settimo viene riproposto l’eterno dramma dell’esistenza umana, con le contraddizioni, le passioni, le sofferenze, le gioie, le speranze e le illusioni che lo determinano. Destinato a essere “garzone di contadino” fin dall’età di nove anni, dopo la guerra, dalle terre della Pianura approda nella grande città dove si illude di trovare la felicità, riscattando l’originaria condizione di garzone.
Quinto Casadio è nato a Brisighella (Ravenna) da famiglia contadina e vive a Imola fin dalla prima infanzia. Ha pubblicato saggi in opere collettive e riviste specializzate sulla scuola, sull’educazione e sulla formazione e libri di narrativa. Da tempo è impegnato in ricerche di storia locale.
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Cristiano Cavina, Nel paese di Tolintesàc, Marcos y Marcos, 2005
“…I tuoi nonni, i tuoi zii, tutta la tua famiglia riunita davanti a una stalla, sotto la luna... Porgono a tua madre una busta con dentro ottantamila lire…Un padre non c'è; tua madre ti ha concepito per caso in un campo di grano, in un momento felice, nel luogo che le è più caro, la campagna. E pensando ai suoi boschi in autunno, al sapore delle castagne, tua madre decide di metterti al mondo…”.
Cristiano Cavina è nato e cresciuto nelle case popolari di Casola Valsenio (Ravenna), un piccolo paese che sorge sulle colline del ravennate. Tutti i suoi romanzi sono ambientati nel suo paese natale e il protagonista è sempre lui, presentato in diverse sfaccettature.
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Danila Comastri Montanari, La campana dell'arciprete, saga contadina con delitto, Garzanti, 1996
Il romanzo è’ ambientato nelle campagne bolognesi del 1824, durante la restaurazione pontificia. Protagonisti un anziano arciprete e Cesare Cantalupi, un medico giacobino, rivali per ideologia ma grandi amici, che indagano sullo strano delitto di una giovane parrocchiana trovata uccisa nella torre campanaria. L’indagine si snoda dal signorotto del luogo, alle strade di Bologna fino ai conventi della provincia.
Danila Comastri Montanari, nata a Bologna nel 1948, appassionata di archeologia, ha abbandonato l’insegnamento per dedicarsi alla scrittura, privilegiando il genere del giallo storico. E’ l’ideatrice dell’investigatore Publio Aurelio Stazio, senatore dell’antica Roma.
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Raffaele Crovi, La valle dei cavalieri, Mondadori, 1993
Quasi un secolo di storia italiana, dal 1887 agli anni di piombo, è l’arco di tempo in cui si svolge il romanzo. Attorno al protagonista, Lino figlio di un mezzadro, ruotano diversi personaggi che si rifrangono nel prisma di un piccolo paese dell’Appennino reggiano, in una storia domestica e quotidiana, scandita dai riti della semina e della trebbiatura, dai giochi e dalle musiche, dagli odori e dai sapori antichi.
Raffaele Crovi, (Paderno Dugnano, 1934 - Milano, 2007) poeta, narratore, saggista, giornalista, ha trascorso l'infanzia a Cola sull'Appennino reggiano, svolto gli studi ginnasiali e liceali a Correggio (Reggio Emilia) e quelli universitari a Milano.
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Giacomino Franzoni, Lume a marzo, Pendragon, 2002
“Il lume a marzo” è un'antica tradizione contadina: la rituale accensione grandi fuochi per salutare l'inverno e dare il benvenuto alla primavera. In questo romanzo, ambientato nel dopoguerra, i giovani di un piccolo paese emiliano vogliono rinnovare questa tradizione, caricandola di un nuovo significato: il ritorno a una vita "normale", e i grandi falò diventano il simbolo di un sottile legame, che va scomparendo, tra l'uomo e la natura.
Giacomino Franzoni è nato a Imola e vive a Bologna, dove lavora all’Università. I suoi racconti narrano vicende svolte nell’Emilia, nello scenario folcloristico delle tradizioni legate alla terra, al raccolto e alle superstizioni popolari.
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Tonino Gardenghi, C'era una volta... la terra, racconti del tempo passato, Nuova grafica, 2003
L’autore con “C’era una volta... la terra, racconti di un tempo passato”, grazie alla semplicità e all’immediatezza dei brevi racconti, riesce piacevolmente a catturare l’attenzione del lettore, narrando vicende vissute accadute in Romagna. Emergono così dai ricordi del passato personaggi, valori, mestieri e usanze di un tempo in uso nella vallata romagnola, che regalano un affresco d’immagini per formare una preziosa eredità.
Tonino Gardenghi è uno degli autori imolesi in grado di consegnare pagine, dense di ricordi suggestivi e di preziose testimonianze, sulla millenaria civiltà contadina pre-industriale e pre-bellica, ormai definitivamente tramontata.
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Francesco Guccini, Cròniche epafániche, Feltrinelli, 1990
Francesco Guccini narra le storie di Pavan, suo paese natale. Sono ricordi e aneddoti di un modo di vita in campagna: il mulino vicino al fiume, la descrizione degli ambienti della casa, le piccole leggende di paese, gli animali, gli oggetti di uso quotidiano, la bottiglia per macinare il sale, l'uccisione del maiale, le cassette di mele e pere che profumavano i solai e le cantine per tutto l'inverno, le uova conservate nella calce…
Francesco Guccini, nato a Modena nel 1940, noto cantautore, scrive romanzi profondamente legati al suo passato prossimo di ex contadino e al tempo passato, in qualche modo fiabesco, dei genitori e più ancora dei nonni, nell’Appennino tosco-emiliano.
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Mario Gurioli, Fet d'una volta, storie di vita contadina in Romagna, Tempo al Libro, 2008
C'era una volta la Romagna, la civiltà contadina con le sue usanze e la vita scandita dalle stagioni e dalla terra. C'erano i “Fët d'una vôlta”, che Mario Gurioli racconta in questo libro: sedici storie di vita contadina, realistiche e coinvolgenti. Il volume è arricchito con foto, che regalano uno spaccato della vita di un tempo nelle campagne delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e della Romagna-Toscana.
Mario Gurioli è nato nel 1948 a Rio Paglia, comune di Brisighella, e vive a Faenza. Insegante di materie letterarie, attore di teatro dialettale, autore radiofonico e collaboratore alla realizzazione del 'Lunêri di Smémbar', si occupa da tempo di tradizioni contadine romagnole.
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Giovanna Passigato, Il paese infinito, Bacchilega, 2007
Un filo lungo e misterioso lega questi racconti che evocano i paesaggi della Bassa Bolognese. Le terre di Medicina e le vicende che accadono si susseguono dal 1700 ad oggi. I protagonisti sono nobili, contadini, immigrate, borghesi, bambine, militari, donne, operai, partigiani e vivono nelle case di campagna, nei palazzi, nelle ville e nei borghi che da secoli caratterizzano la Bassa dagli orizzonti infiniti.
Giovanna Passigato, ha studiato a Bologna, ora vive a Medicina, nella Bassa emiliana, trasferisce nei suoi racconti un amore profondo per la sua terra, che la porta a descriverla non solo con le parole della realtà, ma anche quella della magia favolistica dell’immaginario.
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Nerino Rossi, La pietra forata, Marsilio, 1996
Questo romanzo è l’epopea della società del Novecento: capovolgimenti e rivoluzioni, passioni e ardori, disastri e lotte, speranze e attese. Nerino Rossi è un autentico scrittore terragnolo quando evoca l’umana ricchezza dell’universo contadino, i suoi limpidi valori e la sua nitida morale e quando si commuove di fronte al paesaggio padano, alla sua straordinaria bellezza e per la forza incrollabile degli umili.
Nerino Rossi è nato a Castenaso (Bologna) nel 1925. Narratore e giornalista RAI, nutre da sempre un amore nostalgico per la vita contadina, per la campagna bolognese e per l’umile infanzia di figlio di mezzadri, temi cari che racconta nei suoi numerosi romanzi.
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Efrem Satanassi, Il sogno di Doro, Il ponte vecchio, 1996
Sullo sfondo del romanzo, l'eccidio di Tavolicci, che cancellò un paese e la sua cultura contadina e montana. Di quell'universo, l’autore, non racconta l'ora tragica ma sceglie di parlare del giorno che precedette la strage: lo fa attraverso Doro, il ragazzo che fu tra i pochi sopravvissuti. Doro ne diviene per tutti il testimone, e il suo racconto tra i memorabili della narrativa romagnola contemporanea.
Efrem Satanassi è nato a Sarsina (Forlì) nel 1934, dove tuttora risiede dedicandosi alla coltivazione diretta di un piccolo podere. I suoi romanzi sono tra i più freschi e originali della narrativa contemporanea romagnola.
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Streta la foja, lerga la veja..., 23 favole e fiabe, raccolte da Edda Lippi, Il ponte vecchio, 2007
Le favole raccolte in questo libro da Edda Lippi, col prezioso contributo dell’Associazione Schrr, sono frutto della passione delle sue terre: Castrocaro, Alfonsine, S. Alberto, Fusignano, Bagnacavallo, Russi e Conselice. Parlano di uomini, dei loro ambienti, delle loro paure, dei loro sogni; raccontano di persone che sono vissute molti anni fa, ma che rappresentano le nostre radici.
Edda Lippi è nata a Ravenna nel 1945, vissuta a Castrocaro non ha mai dimenticato i castagneti, i sentieri ripidi, ore di cammino a piedi per andare al mercato, raccolte di funghi… e figure particolari come i nonni.
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Alberta Tedioli, Sparagnì l'avaro di Romagna: il gomito nel cuore, Tempo al libro, 2008
Spendere e comprare? Un delitto, secondo Sparagnì, il modiglianese avaro fino alla comicità: una sorta di Arpagone romagnolo, che vive con la moglie Clarina al podere Gramigna, senza concedersi (e concederle) nulla di superfluo. Non c'è amore in Sparagnì: solo avarizia e il lucido progetto di accumulare soldi, per non spenderli ma quando il figlio si perde nel bosco, la storia si tinge improvvisamente di mistero...
Alberta Tedioli, è nata nel 1950 a Modigliana (Forlì), dove vive tuttora. Ha scoperto da pochi anni che il suo lavoro preferito è vendere libri usati. Questo suo primo romanzo ha come protagonisti i contadini di collina, gli ultimi, i dimenticati dalla storia.
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Giorgio Torelli, La Parma voladora, Camunia, 1996
L’autore narra la lunga epopea, dal 1917 al 1945, di una famiglia padana, la sua, alternando alle vicende storiche del periodo la vita di suo nonno, granatiere e contadino, con moglie e undici figli a carico, su appena quindici biolche (misura agraria di superficie usata nelle zone dell' Emilia) e un po’ di olmi. Il romanzo prende il via da una grande fotografia di famiglia che suscita i ricordi all’autore.
Giorgio Torelli, nato a Parma nel 1928, scrittore e giornalista per diversi quotidiani e settimanali, ha collaborato con Montanelli nel “Giornale nuovo”. Vive a Milano, con la famiglia e, oltre a scrivere, continua la sua attività di affermato giornalista.
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