5. Militari in manicomio: la vita dentro
Come prescrive la legge del 1904 anche i militari vengono tenuti “in osservazione” in manicomio. Questo periodo, durante il quale gli psichiatri devono stabilire se procedere o meno all’internamento definitivo, viene allungato dai 30 giorni previsti a 90: una formula precauzionale che, fidando nel lungo distacco dalla trincea, riserva ai militari “pericolosi” un trattamento del tutto particolare.
Se l’ingresso in manicomio è disciplinato secondo le regole consuete, cioè la spoliazione di tutti gli indumenti e gli oggetti personali, che sono tenuti in custodia presso l’economato, la sistemazione dei “matti di guerra” segue criteri particolari: i militari sono tenuti il più possibile separati dagli altri malati per evitare il rischio del “contagio”, ossia del danno psicologico che ne potrebbero trarre e, quando possibile, i soldati semplici sono separati dai graduati.
Invece sono tutti uguali, “matti” e “matti di guerra”, di fronte alla terapia più in uso nelle istituzioni psichiatriche, consistente nel distacco da quell’ambiente in cui la malattia è insorta. A questo provvedimento si affiancano solitamente i tradizionali trattamenti fisici come i bagni caldi, la clinoterapia (riposo forzato a letto), la somministrazione di bromuro, cloralio, laudano, oppio e l’ergoterapia (terapia del lavoro). Ma negli archivi dei manicomi la presenza di lettere mai giunte ai pazienti e mai da loro partite testimonia la centralità del ruolo decisionale assoluto del direttore, che s’incarica di filtrare notizie ed emozioni.
Fialette di laudano. Fialette di etere etilico
Collezione Angelo Nataloni
Biancheria e vestiario consegnati all’entrata in Manicomio
Dalla cartella clinica di Mario C.
Bim, Archivio Manicomio Osservanza
Oggetti personali consegnati all'entrata in manicomio.
Dalla cartella clinica di Giovanni M.
Bim, Archivio Manicomio Osservanza
Cartella clinica di Celso M.
Bim, Archivio Manicomio Lolli
Dalla cartella clinica di Celso M.
Bim, Archivio Manicomio Lolli
Dalla cartella clinica di Corrado T.
Bim, Archivio Manicomio Osservanza
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